giovedì 6 marzo 2008

E come facciamo?..troviamo uno sponsor...se "ù sponsor d sort!!"

A Turi non ci sono molti esercizi commerciali e molte imprese.

Sicchè diventa difficile realizzare delle iniziative.

In effetti le idee non mancano ai turesi che hanno trovato nel corso del tempo la possibilità di impegnarsi in divese attività.

Turi infatti è un paese in cui ci sono molte associazioni.

Ma queste associazioni non riescono a decollare, con grave ritardo portano avanti iniziative sporadiche, generalmente una all'anno, e comunque vivono una condizione di precarietà esistenziale molto forte.

Le associazioni sono sono importanti perchè raggruppano una serie di persone legate da rapporti sociali verso un obbiettivo comune. E'in definitiva l'unico esempio di cooperazione fruibile a Turi. Non esistono a Turi infatti altri esempi di turesi che si accordano per raggiungere obbiettivi condivisi. Non ci sono cooperative, poche le società di capitali con quote diffuse, difficili le iniziative consorziate.

Tuttavia le associazioni ci sono e i turesi si entusiasmano,almeno inzialmente.

Ci sono associazioni di ogni genere sportive, culturale, di solidarietà , talvolta nascono anche dei comitati, come quello Genitori e figli, e vi partecipano uomini e donne di tutte le età e di ogni estrazione.

Però ad un certo punto le associazioni si bloccano.

Non trovano la liquidità minima nencessaria per svolgere la propria funzione sociale e portare valore aggiunto al paese.

Perchè si bloccano?

Generalmente a causa della mancanza di risorse, anche se non manca il caso di associazioni che si degradano a causa del deterioramento del rapporto tra i soci.

Le associazioni hanno quindi un problema finanziario di liquidità.

Generalmente cercano di risolverlo ricercando delle sponsorizzazioni ma questa pratica non sempre è efficiente poichè visto che tutti cercano sponsor alla fine gli sponsor selezionano le associazioni e quindi ci sono iniziative che non vengono finanziate.

Ora ovviamente non domandiamoci perchè lo sponsor finanzia alcune l'associazioni piuttosto che altre, ovviamente le ragioni possono esserte diverse, generalmente non sono mai legate a ragioni di marketing, ma a rapporti di carattere familistico e politico che si vengono a determinare.

In molti infatti utilizzano le associazioni per ottenere una visibilità da spendere politicamente e questo vale non solo per gli associati mam anche per gli sponsor.

E allroa che succede?

Succede che mancano i soldi per il concerto, per i volanti, per l'elettricità per la siae ecc.

Di conseguenza non se ne fa niente. Si tratta di una enorme perdita per Turi perchè occorre considerare che gli associati lavorano praticamente a gratis e usano i soldi degli sponsor solo per fare degli acquisti o corrispondere a delle spese che in fondo ritorano a circolare nell'economia turese.

Quindi come dire i soldi si spostano da un commerciante all'altro in più c'è il lavoro degli associati a gratis, se vengono persone da fuori questi spendono altri soldi, fai due conti ne deriva che con una spesa minima hai sviluppato un notevole valore aggiunto, lo moltiplichi per tutte le associaizioi ed hai di fatto un'azienda di promozione del trerritoro multifunzionale.


valore aggiunto= (lavoro gratis degli associati+ entrate da non turesi+ acquisti fatti a Turi per realizzare l'iniziativa- sponsor)*numero delle associazioni


cioè l'unica variabile negativa è lo sponsor che dovrebbe avere un valore più grande delle altre 3 voci in parentesi , un caso limite, difficilmente riscontrabile date le cifre irrisorie delle sponsorizzazioni rispetto al valore delle inziative.


Ma tutto questo non accade per un piccolo gap di carattere finanziario.

Le cifre infatti che le associazioni chiedono sono generalmente piccole( dai 100 ai 3.000 per la maggior parte poi ve ne sono alcune che sforano ma sono casi eccezionali di associaizoni storicamente insediate nella società turese).

E allora? come si fa?


Si potrebbe fare un fondo misto pubblico/privato dedicato alle inziative associative con una omologazione della pubblicità e del marketing, con la calendarizzaione laica e religiosa, con una capacità di coinvolgere le forse dell'ordine e i vigili del fuoco oltre che la cittadinanza tutta.



Lo chiamiamo Fondo del Terzo settore.

Ogni anno i commercianti mettono 200/300 euro a testa ( o comunque cifre da stabilire secondo pesi e misure da decidere con gli interessati) il Comune aggiunge dal 30 al 50% della somma che si viene a determinare e si istituisce il Forum Commerciale/finanziario del terzo settore che devide sui progetti costituito da membri della gintua della minoranza , dei commercianti delle associzioni e esterni.


E via si progetta, si realizza ci si promoziona con un occhio al territorio, uno ai dei giovani, l'obbiettivo di fare fruttare il fondo e di gravare sempre meno sul singolo sponsor..."u sponsr d sort!"...

mercoledì 5 marzo 2008

Turi... fatta l'aggiunta per vincere le elezioni

Finalmente dopo settimane di tribolazioni il Comune di Turi ha una Giunta.

Non è che ci siano molte novità, più o meno sono gli stessi di prima, potremmo anche dire gli stessi di sempre.

A parte il fatto che ci sono tre assessori "nuovi", Cazzetta, Valentini e Tateo, di cui quest'ultimo membro esterno, non ci sono stati grandi cambiamenti pure dovendo sottolineare l'assenza di Petrera e Spada nella nuova Giunta.

L'elemento di novità pare essere appunto l'"aggiunta" ovvero Antonio Tateo molto attivo nella campagna elettorale violenta e in effetti un pò in sordina nell'ultimo periodo.

Appare evidente, nella nuona Giunta il rafforzamento della parte più intimamente vicina al duo Boccardi-Gigantelli che evidentemente ha trovato piena consacrazione nella unione di Allenanza Nazionale con Forza Italia all'interno del Popolo delle libertà.

Del resto politicamente si tratta di una operazione che era auspicabile già da tempo visto che riteniamo sia preferibile una Giunta forte e poco rappresentativa piuttosto che una Giunta molto legata alla maggioranza consiliare ma divisa nell'assetto di potere informale.

Sullo sfondo di questa riorganizzazione è evidente la centralità della prossima futura campagna elettorale.

I rappresentanti locali dei partiti aderenti al Popolo delle libertà dovranno dimostrare di controllare il territorio sotto il punto di vista elettorale.

In questo senso si potrebbe spiegare il riassetto della Giunta.

E' chiaro però che il divario di mille voti alla Camera e di più di mille al Senato saranno la vera cartina di tornasole di questo cambio all'Amministrazione.

Se il cambio non porterà una crescita del distacco tra Popolo delle libertà e Partito Democratico allora diremo che elettoralmente l'operazione non è stata strategicamente corretta.

Se poi a questa mancata leva si dovesse accompagnare un mismanagemet dell'Amministrazione, le cui finalità programmatiche ci sono ancora oscure, allora si che sarebbe molto grave.

Poca fiducia o scarsi incentivi di premialità?

Turi è un paese piccolo ma dalle grandi potenzialità soprattutto economico-finanziarie e legate alla economia della conoscenza.
Nel complesso Turi gode di una buona condizione di Capitale finanziario e patrimoniale e di capitale umano. Si tratta delle due variabile su cui si innesta la crescita economica.

MA la crescita economica non c'è, o meglio è sottodimensionata e talvota ristagna.

Come mai?

Quello che manca nella dimensione turese è un meccanismo di premialità nei confronti delle iniziative innovative.

Il mercato, l'economia, non funzionano senza la fiducia.

Fiducia dell'imprenditore in se stesso, quello che Keynes chiamava Animal spirit, fiducia dei consumatori nei prodotti che comprano, fiducia dei lavoratori nel futuro dell'impresa presso cui operano e nella possibilità di crescere economicamente e professionalemte.

L'economia non è solo razionalità, come taluni anche a Turi sostengono, ma anche fiducia.
La fiducia non è una componente "razionale" ma afferisce più alla sfera affettiva, emozionale riguarda le aspettative sul futuro, la visione di un mondo possibile da vivere da condividere a Turi con i turesi, l'accettazione di una sfida di cambiamento, che in un qualche modo deve conivolgere tutti a livello lavorativo, professionale,emotivo.

Insomma ci dobbiamo credere.


Ma noi nturesi non ci crediamo, o meglio non ci crediamo abbastanza.

Tuttavia da tempo mi domando, esattamente in che cosa non crede il Turese?

Il turese non crede nella cooperazione, o meglio non pensa che la cooperazione possa essere una condizione di lungo periodo, stabile, tale cioè da rendere normale rapporti non solo familiari/familistici ma anche progettuali legati alla visione del futuro da costruire, del paese da migliorare.

Ai turesi non manca l'inventiva.

Pensiamo per esempio alle sagre. I turesi hanno inventato la sagre della zampina, la sagra del percoco, ovviamente la sagra delle ciliegie e così via...cioè i turesi hanno avuto l'idea del marketing territoriale ancora prima che questo si chiamasse così...

E lo hanno fatto, all'inzio, tutti insieme o comunque in molti.

Però dopo, qualcosa cambia, aleggia il sospetto che qualcuno si stia arricchendo più degli altri, nel momento in cui occorre dare slancio alle inziative, le stesse si deteriorano, perdono significato, si annichiliscono.

Perchè?

perchè magari non si riconosce il lavoro degli altri, o non si ha rispetto per il consumatore , che certo ha partecipato alla sagra, ma ha diritto a essere trattato bene e non come un pollo da spennare, e lo stesso per i fornitori, i produttori di ciliegie e così via.

Sicchè le iniziative finiscono, nella delusione generale.

Ma al danno si aggiunge la beffa. Perchè quelle persone inizialmente hanno partecipato hanno creduto a quell'inziativa, hanno vissuto uno slancio, hanno pensato che il guado si potesse passare. Ma poi tutto è finito. Tutto si è distrutto, i rapporti personali si deteriorano e ciascuno torna a casa più pieno di sè ma certo più povero di prospettive per il futuro.

E' così che Turi non cresce perchè non si sa premiare la collaborazione. Si pensa in fondo che la proprietà di un piccolo terreno sia meglio della comprorietà di un terreno tendenzialemte infinito. Perchè si ha paura. E non si crede alla cooperazione come equilibrio della crescita di lungo periodo.

Tutti invece andrebbero premiati.

I Turesi che parteciapno sono tutti bravi e in gamba. Nessuno escluso. Certo ognuno con la sua diversità, ma insomma siamo una comunità che si fa sistema, che divine personalità e che può competere nel territorio ed esprimersi valorizzando il sapere della tradizione e l'affetto delle cure domestiche.

Quello che manca non è dunque la fiducia nell'intraprendere dei progetti, ma la premialità nei confronti di chi a quei progetti partecipa. Il riconoscimento sociale, il poter dire finalmente... hai visto cosa abbiamo fatto? certo poteva andare meglio...ma siamo stati bravi...siamo un grande paese...e domani? ancora di più...etu?...perchè non vieni pure tu?...dai...